Smart Working

Elementi essenziali per la pianificazione di Smart Working e telelavoro nel rispetto del GDPR

Cosa devo fare se voglio attivare lo smart working?

Lo smart working è uno strumento che negli ultimi anni è diventato molto semplice da gestire, ma occorre pianificare le modalità di lavoro da remoto e individuare le aree chiave su cui è necessario focalizzare l’attenzione.

La flessibilità e l’autonomia che il lavoro da remoto offre comportano anche dei rischi, che sono tuttavia gestibili se vengono preventivamente analizzati durante la fase di pianificazione.

  • Come accedere alle risorse aziendali

    Se le risorse  aziendali non  sono  in  Cloud,  per accedervi da remoto ci sono due alternative possibili: utilizzare una connessione VPN o installare  un  software  per  il  controllo remoto.

    La VPN (Virtual Private Network) è una connessione privata con cui il dipendente può collegarsi, da remoto, direttamente alle risorse aziendali e lavorare come se fosse alla sua scrivania. Le connessioni tramite VPN sono cifrate ed ogni utente deve essere autenticato.
    Il software per il controllo remoto, invece, permette di connettersi e gestire il computer tramite un altro computer, collegato  al  primo  grazie  all’accesso remoto.
    È necessario accertarsi che tali software forniscano un controllo centralizzato degli accessi per evitare rischi di accesso non autorizzato ai sistemi aziendali. 

  • Dispositivi aziendali o personali?

    Il rischio è variabile a seconda che si utilizzino dispositivi forniti direttamente dall’azienda o dispositivi personali.

    La motivazione è semplice: i dispositivi personali si differenziano notevolmente tra loro, e la loro configurazione è al di fuori del controllo dell’azienda.

    I dispositivi personali dei dipendenti potrebbero avere un sistema operativo non aggiornato (o addirittura obsoleto) o dei software installati che comportano rischi per la sicurezza informatica dell’azienda.

  • Sistema operativo e antivirus

    Se l’utilizzo di dispositivi personali per il lavoro da remoto è stato autorizzato, è necessario accertarsi che questi soddisfino dei requisiti minimi di sicurezza

    Il pc deve avere un sistema operativo aggiornato con patch di sicurezza e licenza antivirus: in caso contrario potrebbe essere opportuno dotare il pc di licenza per l’installazione del software, o fornire al dipendente un pc aziendale configurato in modo sicuro.

  • Credenziali di autenticazione

    Le credenziali di autenticazione per l’accesso al dispositivo rappresentano una delle principali criticità, specialmente se viene consentito l’utilizzo di un pc personale.
    Tali credenziali devono essere gestite in maniera adeguata poiché, oltre i rischi segnalati precedentemente, c’è la possibilità che il dispositivo personale venga usato in ambito familiare, aumentando maggiormente i rischi di abuso delle credenziali di accesso.

    Nel caso in cui i dipendenti abbiano necessità di accedere a risorse particolarmente importanti per l’azienda, sarebbe opportuno implementare tecniche di autenticazione multi- fattore, così da ridurre il rischio di abuso delle credenziali di autenticazione e accesso non autorizzato ai sistemi aziendali.

  • Gestisci le identità digitali

    Verifica periodicamente le credenziali d’accesso dei dipendenti, registrandole in un apposito registro e revocandole quando necessario (ad esempio in caso di assenza prolungata dal lavoro).

    Verifica periodicamente le autorizzazioni di accesso ai sistemi aziendali secondo il principio di minimizzazione del GDPR.

    Accertati che i privilegi d’accesso degli amministratori di sistema siano monitorati 

  • Un’occasione per fare ordine

    La pianificazione del lavoro da remoto può rappresentare un’occasione per censire pre-autorizzare tutti i dispositivi che si connetteranno alla rete aziendale o ai servizi informatici necessari per il lavoro.

    Tale gestione risulta essere particolarmente utile per controllare il perimetro aziendale che, in un frangente come il lavoro da remoto, è necessariamente distribuito e geograficamente esteso.

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Le principali misure organizzative

Definizione di una politica interna

Lavorare da remoto non significa semplicemente dotare di un pc portatile i dipendenti, ma definire una politica interna che tenga conto di 3 punti essenziali: 

Oltre a stabilire delle regole specifiche, è necessario anche formare le persone in merito ai rischi connessi allo smart working.
Tra i rischi più comuni quando si lavora da remoto:

Non sottovalutare i rischi

Molto spesso per lavorare da remoto viene consentito l’accesso alle risorse aziendali attraverso connessioni poco sicure (come wi-fi pubblici o non protetti), che potrebbero essere sfruttate per permettere intrusioni ai sistemi informativi aziendali.

Oltre formare tutte le persone che lavorano da remoto per renderle consapevoli di tali rischi, sarebbe opportuno fornire loro un hotspot wi-fi mobile configurato in modo sicuro, sulla base delle policy interne all’azienda.

Allo stesso modo, è auspicabile informare i dipendenti di evitare di lavorare in luoghi pubblici, dove il monitor del pc su cui si sta lavorando è maggiormente esposto a sguardi di malintenzionati che potrebbe fraudolentemente acquisire informazioni riservate.

Fornitori di servizi e Data Processing Agreement

Le soluzioni tecniche utilizzate per agevolare il lavoro da remoto spesso sono di tipo software as a service: coloro che forniscono tali soluzioni sono dei Responsabili del trattamento (in base all’art. 28 del GDPR) e ciò comporta una serie di conseguenze giuridiche e informatiche.

Il Titolare del trattamento deve rivolgersi soltanto a Responsabili che presentino garanzie sufficienti per dimostrare l’adeguatezza delle proprie misure di sicurezza. In mancanza di tali garanzie il Titolare potrebbe essere chiamato a rispondere in solido anche in caso di violazioni di legge commesse dal fornitore.

Occorre, poi, verificare l’adeguatezza delle clausole contrattuali previste nel contratto di fornitura del servizio, affinché contengano tutte le disposizioni previste dall’art. 28 del GDPR. In assenza, sarà necessario un contratto integrativo, ossia un Data Processing Agreement.

Diritto del lavoro e privacy

Il controllo a distanza dei dipendenti è un’attività regolata sia dalla normativa in materia di diritto del lavoro (art. 4 dello Statuto dei Lavoratori) sia dalla normativa privacy (GDPR).

Posso controllare i dipendenti che lavorano da remoto?

Solo rispettando alcune regole.

Per prima cosa occorre ricordare che, in linea di principio, controllare l’attività dei dipendenti non è consentito né dallo Statuto dei Lavoratori, né dal GDPR, né dal Garante della Privacy italiano.

Sono previste, tuttavia, alcune eccezioni: l’utilizzo di strumenti da cui deriva la possibilità di controllo a distanza dei lavoratori è possible solo per esigenze organizzative, produttive, e di sicurezza, previa autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro territorialmente competente o tramite accordo con le rappresentanze sindacali aziendali.
Ciò non vale per gli strumenti di lavoro, o la registrazione delle presenze: in tali casi I dipendenti potranno essere monitorati anche senza le due precedenti condizioni. 

Quali sono gli strumenti di lavoro?

Tutti I dispositivi che costituiscono un mezzo indispensabile al lavoratore per eseguire la prestazione lavorativa, e che per tale finalità sono messi a sua disposizione. Alcuni esempi per chiarire il concetto:

Videosorveglianza: non è uno strumento necessario per eseguire la prestazione lavorativa .

GPS: a seconda del contesto può essere considerato o meno uno strumento indispensabile per l’esecuzione della prestazione lavorativa.

Email aziendale: la posta elettronica è considerata uno strumento di lavoro e, rispettando I principi di liceità, correttezza e trasparenza di cui sotto, può essere oggetto di controllo.

Non è sempre facile capire se si è in presenza di uno strumento di lavoro: deve essere considerato lo specifico contesto aziendale e gli specifici software utilizzati, che spesso sono delle vere e proprie soluzioni integrate che formano un sistema complesso e variegato.

Liceità, correttezza e trasparenza

Il datore di lavoro non può utilizzare i software aziendali, le webcam e altre tecnologie per capire se lo smart worker è collegato al suo computer o se si trova in casa. 

Il datore di lavoro può svolgere controlli mirati, anche a distanza, a patto che siano proporzionati e non invasivi, e che riguardino beni aziendali (il pc fornito dal datore, la casella di posta aziendale) rispetto ai quali il dipendente non ha alcuna aspettativa di segretezza. 

Occorre però informare i dipendenti in anticipo del fatto che gli strumenti che l’azienda mette a disposizione per il lavoro da remoto non possono essere usati per motivi personali.

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