Pubblicato il: 15 07 2019

Con una maxi-multa da 5 miliardi di dollari commissionata dalla Federal Trade Commission statunitense a Facebook, si chiude il caso Cambridge Analytica, lo scandalo sulla violazione della privacy scoppiato nel 2018. Si tratta della sanzione più alta mai applicata in ambito web, ma che dalle parti di Menlo Park già sapevano sarebbe arrivata: per questo motivo Facebook aveva messo da parte ad aprile circa $3 miliardi.
L'iter procedurale ora entra nella fase successiva: Il dossier passerà adesso al Dipartimento della Giustizia per la finalizzazione della multa anche se, solitamente, eventuali revisioni in questi casi sono comunque poco significative.

Il caso rigurda la violazione della privacy di circa 87 milioni di utenti - 214mila quelli italiani -, le cui informazioni sensibili vennero condivise con aziende di terze parti senza il consenso dei diretti interessanti e utilizzate poi, attraverso attività mirate su Facebook, per condizionare l'orientamento di voto dei cittadini Usa durante le ultime presidenziali.

Alla base di tutto però manca ancora un intervento profondo a livello legislativo: Facebook, infatti, potrà continuare a vendere i propri dati ad entità terze, sebbene in regime di maggior trasparenza circa la natura e l’uso dei dati. Nulla di paragonabile al GDPR europeo, che sostanzialmente lascia a Facebook mano libera sui dati degli utenti.