Pubblicato il: 24 02 2020
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Fattura elettronica, nuovi controlli in arrivo e, questa volta, direttamente per gli intermediariCommercialisti e consulenti finiscono nel mirino del Garante per la Privacy che, insieme alla Guardia di Finanza, indagherà sul corretto trattamento dei dati.

È con la deliberazione del 6 febbraio 2020 che l’Autorità Garante per la Privacy delinea il piano delle ispezioni da attuarsi nel primo semestre dell’anno. La fattura elettronica sarà solo uno dei punti al centro dei nuovi controlli.

In parallelo, le attività di indagine sul rispetto della privacy saranno avviate anche in ambito sanitario, così come nei confronti degli enti pubblici.

Sono tuttavia i controlli sulla fattura elettronica a destare maggiore preoccupazione. Un primo avvertimento ai commercialisti sulle criticità legate al nuovo processo di emissione, trasmissione e conservazione dei documenti fiscali era già stato fornito dal Garante per la Privacy con il provvedimento del 20 dicembre 2019, nello specifico sulle clausole contrattuali di alcuni software gestionali.

Fattura elettronica, nuovi controlli sui commercialisti in arrivo

Sarà mediante ispezioni, richiesta di documenti e informazioni, così come mediante l’accesso ad archivi e banche dati che la Guardia di Finanza potrà effettuare i controlli sulle fatture elettroniche e sul corretto trattamento dei dati da parte degli intermediari.

La fatturazione elettronica è uno dei focus dell’attività ispettiva dell’Autorità Garante per la Privacy nel semestre gennaio-giugno 2020.

I controlli non saranno solo effettuati sulle fatture elettroniche, ma anche in altri ambiti come quello farmaceutico e sanitario, in ambito bancario, da parte dei Comuni e società di food delivering.

Le novità sono contenute nella delibera datata 6 febbraio 2020. I nuovi controlli sulla privacy saranno indirizzati verso soggetti pubblici e privati, e si focalizzeranno su:

Un focus particolare sarà riservato ai profili sostanziali del trattamento dati, che spiegano gli effetti dello stesso sugli interessati.

Un piano complesso, figlio del GDPR, il nuovo regolamento in materia di privacy che impone nuovi obblighi ed adempimenti a tutela dei diritti dell’interessato. Così è anche nell’ambito della fattura elettronica, nel mirino per la prima volta dei controlli in materia di privacy.

Fattura elettronica e privacy, controlli sugli intermediari: gli avvertimenti del Garante

La privacy è da sempre il tallone d’Achille della fatturazione elettronica, e l’Autorità Garante ha da subito riservato un’attenzione particolare al nuovo Fisco digitale.

Non solo nei confronti dell’Agenzia delle Entrate ma anche verso gli intermediari si erano concentrati i due provvedimenti di fine 2018 che rischiavano di bloccare l’avvio della fatturazione elettronica.

Gli intermediari e gli altri soggetti delegati ai servizi di fatturazione elettronica assumono il ruolo di responsabile o sub-responsabili del trattamento, ai sensi dell’art. 28 del Regolamento.

Da sempre l’Autorità Garante ha ribadito come il ruolo assunto dagli intermediari e dagli altri soggetti delegati dal contribuente nell’ambito del processo di fatturazione elettronica presentasse quindi specifiche criticità per il trattamento dei dati personali.

In primo luogo per il sistema delle deleghe, ed è presumibile che i controlli sulla fatturazione elettronica saranno incentrati anche sul registro cronologico delle deleghe acquisite.

È tuttavia complesso definire come saranno effettuati i controlli sulle fatture elettroniche dagli ispettori specializzati in privacy della Guardia di Finanza.

Uno dei punti critici riguarda anche l’uso dei dati fatto da alcune delle case produttrici di software gestionali. Il Garante aveva infatti sottolineato come in alcuni modelli di contratto fossero:

“presenti alcune clausole suscettibili di violare, in particolare, gli artt. 5, 6 e 28 del Regolamento, che evidenziano elevati rischi di utilizzi impropri dei dati personali nell’ambito dei trattamenti effettuati dagli intermediari e dagli altri soggetti delegati dagli operatori economici nel processo di fatturazione, non solo con riferimento a trattamenti illeciti, ma anche alla proliferazione di possibili collegamenti e raffronti tra fatture di migliaia di operatori economici.”

Una violazione delle regole del GDPR era stata riscontrata nei contratti che stabilivano la possibilità per la società produttrice del software di elaborare ed utilizzare a fini statistici le informazioni raccolte con le fatture elettroniche.

Sarà anche sui contratti stipulati con le software house che si concentreranno i controlli? Difficile dare una risposta certa.

L’unico punto fermo è che non saranno di certo morbidi i controlli del Nucleo privacy della Guardia di Finanza: nel solo 2019 sono state comminate sanzioni per 15.910.390 di euro.

 

Fonte: money.it