Pubblicato il: 06 04 2023
  • intelligenza artificiale

ChatGPT, il modello linguistico più famoso basato sull’intelligenza artificiale, lo scorso 20 Marzo è stato “bucato” ed ha subito una perdita di dati (data breach) in cui sono risultate visibili le conversazioni degli utenti ma anche le informazioni di pagamento degli abbonati al servizio. È stato proprio questo a far scattare il provvedimento.

Il Garante della Privacy inoltre, sostiene di aver rilevato una mancanza di informativa agli utenti i cui dati vengono raccolti da OpenAI ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali allo scopo di addestrare gli stessi algoritmi che regolano il funzionamento della piattaforma.
 

La verità è che il Garante per la protezione dei dati personali non ha bloccato l’accesso a ChatGPT in Italia, ma ha bloccato solo il trattamento dei dati. È stato ChatGPT ad auto sospendersi in attesa di regolarizzare la propria posizione.

Il Garante aveva chiesto alla società americana alcuni chiarimenti sul trattamento dei dati e questa, invece di rispondere nei 20 giorni, temendo una multa che sarebbe stata di circa 20 milioni di euro, ha interrotto l’accesso per i cittadini italiani, promettendo peraltro il rimborso a chi aveva acquistato il servizio business.